Lame Rosse e gole del Fiastrone, quarta tappa on the road 2019.

Le Lame Rosse e le gole del Fiastrone sono state una delle tappe più belle ma anche una delle tappe che più ha messo alla prova la nostra voglia di avventura e la nostra stanchezza.

ragazza alle lame rosse
Margherita arrivata alle Lame Rosse

Arrivati a Fiastra abbiamo piazzato la tenda in un campeggio sulla riva del lago.

Il giorno dopo avremmo potuto fare il giro del perimetro del lago, farci un bel bagnetto e rilassarci un po’ sulla sabbia bianca…e invece, abbiamo fatto un trekking di 7h circa che ci ha portati a vedere la meraviglia delle Lame Rosse e delle Gole del Fiastrone.

Come raggiungere le Lame Rosse

Le Lame Rosse si raggiungono circa 2h prendendo il sentiero 335 E2 che parte proprio dalla diga del lago; il dislivello non è molto (200 m) e il percorso è semplice, solamente gli ultimi 15 minuti faticherete un po’ nella ghiaia e sotto al sole ma non preoccupatevi la vista ripagherà tutta la fatica.

È in questo punto infatti che il paesaggio cambia completamente colore, dal verde dei boschi al rosso di questi pinnacoli rocciosi che danno l’illusione di trovarsi sul pianeta rosso e non più sulla terra.

Noi ne siamo rimasti davvero affascinati e, osservando queste formazioni rocciose da vicino, ci siamo accorti che non è roccia ma ghiaia ferrosa e compatta che negli anni è stata modellata dal vento.

Piccoli suggerimenti

Non troverete acqua lungo il sentiero quindi portatene in abbondanza. Questi pinnacoli e queste valli di ghiaia sono decisamente fragili, non cercate di arrampicarvi per fare foto o correre sul ghiaione, rischiereste solo di farvi male e di rovinare questo luogo magnifico. Anzi, fermatevi qualche minuto ad ammirarle un po’, purtroppo non dureranno per sempre.

Il nostro itinerario tra Lame Rosse e gole del Fiastrone

Tra Lame Rosse e gole del Fiastrone abbiamo fatto tappa alla Grotta dei Frati scendendo per un sentiero ripido e, a tratti, non troppo curato.

Tra pause varie e Margherita che è ruzzolata un paio di volte ci abbiamo messo un’oretta ma ne è valsa la pena.

La grotta è molto suggestiva, con un piccolo altare e una sorgente, non è illuminata quindi se avete con voi una torcia riuscite sicuramente ad apprezzarla meglio.

Da questo punto abbiamo proseguito verso le Gole del Fiastrone seguendo il sentiero 342 indicato dalla nostra cartina Kompass – Monti Sibillini nel Parco Nazionale e dal libro Sentieri nel Parco dei Monti Sibillini di Stefano Ardito

Dopo aver percorso un tratto di sentiero (il 342) costeggiando il fiume, vi troverete davanti a due pareti di roccia altissime che formano come un’enorme porta, ecco, siete all’imbocco delle gole del Fiastrone!

fiume fiastrone e le sue gole
Gole del Fiastrone

Da qui avrete sempre i piedi a mollo nell’acqua, a volte avrete a mollo anche la cintola…ma tranquilli, la corrente non è forte e l’acqua a noi è sembrata inspiegabilmente fresca e non gelida. (Siamo andati ad agosto, non abbiamo idea di come sia in altre stagioni).

Guaderete il fiume 14 volte (dicono, noi non le abbiamo contate) e vedrete il paesaggio mutare più volte rimanendo sempre un po’ buio fino a raggiungere un punto in cui le pareti saranno così vicine tra loro da formare un tunnel oscuro di circa 100m.

Passato questo punto vedrete nuovamente il sole e il paesaggio tornerà verdeggiante, qui piegherete a destra su un ripido sentiero che vi riporterà alla diga.

Cosa non sapevamo e avremmo voluto sapere

Durante tutto il tragitto da qui alle Gole; non abbiamo trovato nessun cartello di divieto ma neanche nessun sentiero ben curato e tracciato, abbiamo incontrato altre persone che lamentavano le stesse cose quindi, fatte spallucce tutti insieme, abbiamo proseguito come da piano. In realtà, abbiamo poi scoperto che da dopo il terremoto 2016, l’accesso alle Gole è consentito solo con una guida del Parco!

Abbiamo deciso di non omettere questa parte di racconto perché speriamo che la nostra esperienza possa servire a chi ci legge e sta pianificando un giro da queste parti.

Lo consigliereste? Forse no, non a tutti.

Ci sentivamo preparati, avevamo due guide cartacee e una cartina, avevamo il pranzo, la merenda, l’acqua, scarpe adeguate, kit di pronto soccorso e pila da fronte ma la verità è che non avevamo mai fatto nulla di simile.

Quando ci siamo trovati nel punto più buio che è anche quello più profondo, abbiamo sperato entrambi di non prendere storte e di non farci male in nessun modo. Sapendo quanti metri avevamo fatto in discesa dalle Lame Rosse e quanti su un sentiero quasi inesistente, abbiamo avuto paura di non farcela a risalire per un sentiero che non sapevamo nemmeno se esistesse.

Insomma, ci siamo accorti che eravamo preparati ma non proprio alla perfezione.

Il giro è stato molto bello ma anche molto lungo (7h) se poi contate che le tracce del sentiero spesso si perdevano, richiede un buon allenamento ma anche buone capacità di orientamento.

Il nostro consiglio è sicuramente quello di andarci con una guida (noi non sapevamo del divieto e purtroppo non abbiamo trovato avvisi in merito) ma se non siete allenati, valutate di vedere le Lame Rosse e le Gole in giorni separati.

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